Il Parodontologo e la Parodontologia Clinica e Chirurgica
Che cosa si intende per Parodontologia?
La Parodontologia è quella branca dell’odontoiatria che si occupa di tutte le patologie riguardanti i tessuti di sostegno dei denti, denominati parodonto, ovvero il legamento parodontale, il cemento radicolare, l’osso alveolare, la mucosa perimplantare e il tessuto gengivale.
La prima causa della perdita dei denti non è la carie, ma proprio la malattia parodontale!
L’obiettivo principale della parodontologia è, difatti, quello di preservare la salute orale del paziente e proporre la giusta terapia per curare definitivamente malattie come la parodontite o la piorrea.
Chi è e cosa fa il Parodontologo?
Il Parodontologo è una figura medico-odontoiatra, specializzata nella cura delle malattie che colpiscono tutti i tessuti parodontali. Si tratta di uno specialista in grado di utilizzare le tecniche ablative a cielo coperto, ossia senza praticare un lembo chirurgico d’accesso (parodontologia clinica), che a cielo aperto, ossia praticando un lembo chirurgico d’accesso (parodontologia chirurgica).
In entrambi le tecniche, lo scopo principale è quello di:
asportare la placca e il tartaro;
rimuovere i tessuti parodontali malati, al fine di ristabilire la corretta funzionalità dei denti e dei tessuti circostanti di supporto.
Cos’è la malattia parodontale?
La parodontite, comunemente denominata piorrea, è una malattia infiammatoria caratterizzata dalla perdita dei tessuti di sostegno del dente. Può essere:
di natura degenerativa: in questo caso si parla di parodontosi, una patologia che di solito è causata da forti traumi o dall’alterazione delle parafunzioni neuro-muscolari, come ad esempio il bruxismo. Si tratta di un processo infiammatorio lento e graduale che, se non curato in modo adeguato, può causare anche la perdita totale dell’osso alveolare;
di natura infiammatoria: in questo caso parliamo di parodontiti, la cui causa solitamente sono degli agenti infettivi di tipo batterico, presenti nella placca e nel tartaro. Il processo infiammatorio si manifesta attraverso la formazione di “tasche parodontali”. Quando colpisce un singolo dente si ha la parodontite focale, quando l’infiammazione colpisce più gruppi di denti, si parla di parodontite generalizzata o “piorrea”.
Quali sono le cause della malattia parodontale?
La malattia parodontale ha un’origine multifattoriale; di solito vengono riconosciute, principalmente, due tipi di cause:
- una di origine infettiva, causata dalla colonizzazione dei batteri presenti nella placca e nel tartaro, che si accumulano sui tessuti parodontali;
- una di origine traumatica: dovuta ad una successione di microtraumi a danno dei tessuti parodontali, come ad esempio un errato spazzolamento.
Come si manifesta la malattia parodontale?
Di solito i pazienti manifestano i seguenti sintomi:
gonfiore e rossore gengivale;
sanguinamento gengivale;
recessione del margine gengivale;
ipersensibilità gengivale e dentale;
mobilità dentale;
indolenzimento durante la masticazione;
sensazione di “scollamento” gengivale;
problemi di alitosi.
Come si cura la malattia parodontale?
La terapia parodontale può essere eseguita attraverso due tipologie di trattamento parodontale:
1. Chirurgico che consiste: nel creare, chirurgicamente, un accesso in grado di favorire una pulizia professionale e profonda delle radici dentali; nell’eliminare le tasche gengivali, tramite specifiche tecniche resettive muco-gengivali; nel ricreare un profilo più funzionale ed estetico dell’osso e della gengiva, tramite le tecniche resettive-ossee; ed infine nel rigenerare il tessuto di sostegno del dente, perso in seguito all’infiammazione parodontale. Questo tipo di intervento può essere tranquillamente eseguito in regime ambulatoriale e in anestesia locale, nel rispetto delle norme di sicurezza.
2. Non chirurgico, questo tipo di trattamento definito anche terapia causale o iniziale, consiste: nella rimozione professionale dei depositi di placca e tartaro (detartrasi), attraverso l’utilizzo di ultrasuoni e di una levigatura radicolare; nella rimozione meccanica del tessuto patologico gengivale (tecnica di curettaggio) e radicolare (levigatura); nella somministrazione di antibiotici topici nelle tasche parodontali, o sistemici in caso di un’infezione generalizzata; ed infine, nell’eseguire una corretta igiene orale sia domiciliare che professionale.
In entrambi i casi si tratta di tecniche indolore, eseguite in anestesia locale o in sedazione cosciente, per garantire il massimo confort al paziente.
Il periodo post-operatorio viene gestito tramite l’assunzione di comuni analgesici o antibiotici, in grado di evitare qualsiasi forma di infezione o sintomatologia dolorosa.
Quali sono le conseguenze di un trattamento parodontale?
L’obiettivo principale è fare in modo che il tessuto gengivale aderisca nuovamente alla radice dentale, in seguito alla rimozione delle cause del processo infiammatorio, ovvero della placca, del tartaro, delle tossine, etc.
Lo specialista con il trattamento parodontale cerca, anche, di ripristinare, laddove è necessario, un profilo regolare del bordo dell’osso alveolare.
Al termine del trattamento è molto importante eseguire un’attenta igiene domiciliare e sottoporsi mediamente 3 o 4 volte all’anno a visite di controllo specialistiche.
Quali possono essere rischi, complicanze e conseguenze dell’intervento chirurgico?
Di solito nei pazienti che godono di un buono stato di salute è difficile riscontrare delle complicanze post-operatorie, è possibile notare solo un leggero gonfiore del tessuto gengivale operato, che rientra nel normale decorso post-operatorio.
Nei pazienti più anziani, spesso si verifica la formazione di ecchimosi un po’ più grandi del normale, ma anche in questo caso si tratta di un fattore del tutto ordinario.
Un’altra evenienza, dovuta alla chirurgia parodontale, è l’ipersensibilità dentale e gengivale a stimoli termici. Questo disturbo tende a diminuire nell’arco di qualche settimana ed è comunque controllabile con agenti desensibilizzanti, come dentifrici e particolari gel.
È bene sottolineare che i risultati di un intervento di chirurgia parodontale sono visibili dopo almeno 6 mesi dall’intervento, quindi al termine della completa guarigione e rigenerazione dei tessuti parodontali.
In cosa consiste il decorso postoperatorio?
Terminato l’intervento chirurgico, è fondamentale seguire attentamente tutte le istruzioni fornite dello specialista, quindi:
1. riposo assoluto;
2. borsa del ghiaccio in corrispondenza della zona operata;
3. alimentazione liquida/semiliquida fredda per 2/3 giorni;
4. astensione assoluta dal fumo per 2-3 settimane dall’intervento;
5. apposita terapia antibiotica e antidolorifica;
6. evitare di spazzolare la zona operata;
7. ridurre al massimo qualsiasi movimento mimico facciale;
8. visite periodiche di controllo della ferita;
9. rimozione dei punti di sutura dopo circa 20 giorni, in base al decorso post-operatorio;
controllo dello stato di guarigione dei tessuti nei mesi successivi alla rimozione dei punti di sutura.
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